MASSAGGIO IN MEDITAZIONE
Alexia Grotto
- Quando la pace mentale guida le mani -
Una delle prime difficoltà quando ho iniziato ad esplorare il mondo dei massaggi è stata quella di riuscire a canalizzare al meglio le mie energie e a filtrare quelle del ricevente, cioè sostanzialmente a dare benessere evitando di assorbire eventuali negatività.
Dopo i miei primi massaggi mi sentivo completamente esausta e spossata, tanto che credevo di non esser fatta per farli. Fortunatamente con il tempo e l’esperienza ho capito che mi sbagliavo.
Fare un massaggio in uno stato di consapevolezza mentale ne aumenta i benefici: è facile da capire che la meditazione aiuta ad essere dei terapeuti più concentrati, più sensibili, meno stressati e perciò più efficaci.
Nonostante ad oggi non vi siano degli studi scientifici che dimostrino gli effetti positivi di un massaggiatore che svolge la sua attività in uno stato mentale “zen”, una ricerca pubblicata nel 2005 nel Journal Of Internal Medicine: “Uno studio pilota per valutare la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza mentale e sul massaggio nel trattamento del dolore cronico” offre un supporto valido al valore terapeutico del massaggio in meditazione.
Vipassana: l’arte di Vivere
Anni fa in India ho fatto una delle più indimenticabili esperienze della mia vita: la meditazione Vipassana.
Su consiglio di un'amica spagnola, dopo essermi iscritta online, sono andata in un centro Vipassana nella città di Pune e per 10 giorni consecutivi ho potuto sperimentare su di me quella che è una delle più antiche tecniche di meditazione mai elaborate prima.
Sviluppata da Gauthama il Buddha e praticata in India da oltre 2500 anni, è stata riscoperta nel 1969 dal maestro S.N. Goenka; viene ancora oggi insegnata in India anche in scuole e prigioni, nonché a dirigenti aziendali e a persone con alti carichi governativi, per imparare a gestire lo stress e a focalizzare i propri obiettivi, liberando la mente da tensioni e confusione.
Bisogna ammettere che il corso non è di certo… una passeggiata! Innanzitutto si lasciano fuori in custodia tutti i propri beni personali, portando con sé soltanto vestiti (ho dovuto rinunciare a sigarette, caramelle, telefono e perfino al mio diario di viaggio… Mi è stata requisita perfino la penna!). Si praticano quasi 11 ore di meditazione al giorno di cui 3 in assoluta immobilità (la cosa più difficile era resistere alle zanzare che ti ronzavano intorno senza muoversi, oppure lottare contro il bisogno impellente di sgranchirsi le gambe che a momenti facevano veramente male!), la sveglia suona alle 4 del mattino (il rintocco del gong mi faceva saltare sul letto), non si può assolutamente parlare se non con i propri tutors o con il Maestro in orari prestabiliti, anzi non è permesso nemmeno guardare negli occhi gli altri studenti, si mangia vegetariano con la faccia rivolta verso il muro, la merenda pomeridiana è l’ultimo pasto del giorno… Ma credetemi, è un’esperienza assolutamente fantastica.
Sembra incredibile ma ci si rende conto che tutte queste privazioni non sono altro che distrazioni, che renderebbero altrimenti più difficile la concentrazione.
Durante i dieci giorni mi sono successe cose incredibili: ricordi che avevo dimenticato, la sensazione di trovarmi al di fuori del mio corpo, la Bhanga Nana ossia la percezione della dissoluzione del corpo… Nonché il settimo giorno, durante una delle meditazioni “immobili”, ho iniziato a sentire come una corda attorno al collo che si stringeva sempre di più, sempre di più… L’intera sala era in assoluto silenzio e mi vergognavo a chiedere aiuto quando, ad un certo punto, l’aria mi mancava talmente tanto che ho aperto gli occhi per chiamare il maestro ma… i miei piedi, le mie gambe, le mie mani erano bluastri!
Mi sono spaventata tantissimo, il maestro però mi ha notata e mi ha rassicurata con un sorriso e con un cenno della testa, dopodiché piano piano il mio colorito è tornato normale… Ritornata a casa qualche mese dopo ho raccontato l’esperienza ai miei genitori i quali mi hanno rivelato che al momento della nascita stavo soffocando, diventando così completamente cianotica. Incredibile!
Uno degli aspetti che più mi affascinano di questa meditazione è il fatto che tutte le sensazioni ed i pensieri percepiti durante la pratica vengono considerati da un punto di vista scientifico, offrendo così un approccio critico e verificabile.
A chi volesse approfondire l’argomento consiglio un libro che propone e analizza passo a passo gli insegnamenti di questa “arte di vivere”: < The Art Of Living > di W.Hart.
È così durante i massaggi cerco di mettere in pratica quello che ho imparato durante il Vipassana: a liberare la mente focalizzando le mie energie facendole fluire in una unica direzione, calibrando la respirazione e sincronizzandola armonicamente con la persona che riceve il massaggio.
In fondo, siamo tutti … energia!